Me pizzica, me mozzica, me devo da sfogà...

venerdì 27 febbraio 2009

Basta paura ed indifferenza, stiamo abbandonando le città in mano ai delinquenti, riprendiamoci il maltolto


La cronaca ci riporta senza interruzione ormai le violenze consumate nel Paese e tra questi fatti uno in particolare suona come campanello di allarme a mio avviso più forte degli altri.

Mi riferisco a quello che è successo a Cosenza: mentre una donna era ferma in attesa dell’autobus, veniva a forza trascinata da un delinquente in un capannone dove è stata sottoposta a violenze per più giorni, riportata alla fermata dell’autobus dal suo aguzzino, è stata prelevata da un altro delinquente che l’ha portata in un altro capannone ove è continuato il martirio della povera disgraziata che per sua fortuna è riuscita a fuggire, salvandosi forse in questo modo la pelle almeno e facendo sapere a noi tutti quel che era successo, sospetto possa non essere l’unico caso, ma di questo almeno , visto che la donna è sopravvissuta e lo ha denunciato, ne abbiamo avuto notizia, senza doverci limitare a registrare il solito ritrovamento ai bordi di una strada di una sconosciuta macellata non si sa da chi.

Ho volutamente omesso le nazionalità degli attori principali di questo fattaccio, perché interessa di più quella dei comprimari : gli Italiani.

Già, gli Italiani sono coinvolti eccome: non hanno mosso un dito, non hanno avvertito la polizia nemmeno una telefonata è partita per tentare di aiutare la povera donna. Ho letto il coro degli “indignati speciali” nei blog, ma secondo me conta zero virgola zero, conformismo, adesione superficiale, zero virgola zero .

Dobbiamo prendere atto senza svolazzi e ipocrisie di un fatto allarmante che da tempo accade in lungo ed in largo nel Bel Paese: stiamo diventando indifferenti.

Un gran sproloquiare di solidarietà, un gran vocio di anime belle e poi.. nella realtà stiamo diventando indifferenti all’attacco continuo della malavita, è questo il segnale più allarmante del degrado dei tempi: le persone normali ci sono e sono la maggioranza, pure non si fanno avanti, ma si ritraggono dalla città, la abbandonano, dimenticando che le città sono di noi tutti, o meglio, dovrebbero esser nostre, di noi per primi che ne paghiamo col nostro lavoro la ( pessima) manutenzione, il funzionamento, l’abbellimento ( troppo spesso un vero e proprio imbruttimento dell’esistente ) , noi che sempre più evitiamo di viverle queste nostre città, e pian piano ci ritraiamo nel chiuso delle nostre case, asserragliati e spaventati.

Come riappropriarci di ciò che è nostro? Non credo che le Ronde come ci vengono presentate saranno una soluzione.

Già il termine ronda è stupido, lasciatemelo dire, presta il fianco a critiche giuste di chi ricorda “ronde” assai poco commendevoli. Che i cittadini circolino a turno di notte a dimostrare che sono in casa propria e non cedono il passo alla delinquenza è certo una ottima cosa, li vedo bene padri di famiglia e volontari regolarmente registrati turnarsi per percorrere in gruppo le strade meno vive, meno frequentate dalla “gente per bene”. Allora facciamo un piccolo salto di qualità e cerchiamo di capire cosa vogliamo in realtà, non certo dei sostituti delle polizie, non certo dei giustizieri della notte, ma solo e semplicemente : luci dei negozi accese la notte e strade percorse da gruppi di volontari che appunto diano questo messaggio alle numerose malavite : “ Guardate che ci avete rotto i rompibili… qui noi siamo di casa e per voi non c’è posto”

Sarebbe il modo per fare sorgere “per osmosi” l’idea che il senso civico è cosa buona, esiste e viene allo scoperto invece di racchiudersi ed avvizzire come a troppi piacerebbe accadesse.

E quindi: basta, suoniamo la sveglia e riprendiamoci il nostro Paese, è nel nostro pieno diritto, lo abbiamo tirato su noi questo paese, noi ed i nostri padri, non altri, non certo gli spostati italiani o stranieri, è “cosa nostra” di noi persone per bene che siamo la maggioranza e allora organizziamoci e riprendiamoci il maltolto.

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