Me pizzica, me mozzica, me devo da sfogà...

mercoledì 24 novembre 2010

I santoni indiani dell'economia: come campare con poco ed essere felici (sulla carta...)

Favole!

Ecco su cosa si bassa la comunicazione moderna e contemporanea: slogan e favole. E tanta fuffa.
Badate bene: bipartisan (giusto per rimanere in tema di fregnacce).

Una favola moderna è quella di proporre eroi di tutti i giorni che campano con poco, anzi pochissimo, grazie a miracolose e fantomatiche formule di economia domestica che gli permetterebbero di avere tutto o quasi senza spendere un centesimo. L'ultimo di loro in ordine di tempo è un tale Ales Cerin, cittadino sloveno di Lubijana, che vivrebbe con un solo euro al giorno e con ben quattro pargoli sul groppone!

Ora, vi ricordate di quante storie hanno fatto tutti per il vecchio indiano che pare riesca a vivere senza ne bere ne mangiare da settant'anni?
Il Sig. Cerin rientra nel novero: da circa due mesi afferma di spendere non più di un euro ed un centesimo al giorno per mangiare e nutrire la sua famiglia, composta da 4 figli più lui e la moglie grazie, all'orto di casa. Significa spendere di cibo appena 33/36 euro al mese per sfamare sei persone.

Dopo aver saputo la novella, facciamo alcune brevi analisi.

Potere d'acquisto
Diciamo anche che tutta questa storia potrebbe non essere impossibile, ma qui sorge un piccolo problema: il Sig. Cerin fa il miracolo in Slovenia, paese che con l'Euro non ha cambiato affatto il proprio tenore di vita e, soprattutto il proprio potere di acquisto pro capite: mediamente la vita lì, costa la metà che qui, ma gli stipendi sono praticamente identici ai nostri, al netto delle tasse. E' noto che molti italiani al confine vadano a far la spesa lì, proprio perché costa meno, cosa che un tempo avveniva con la Svizzera, ma che oggi, complice la comune valuta, si riesce a far meglio con la repubblica slava a noi limitrofa. Quindi va da sé che i poco più di 30 euro del signor Celin gli permettono di acquistare molte più cose di quanto se ne possano comprare nel Bel Paese.
Già questo ci dovrebbe far capire che la notizia può essere tanto carina, ma che la frase d'impatto de La Repubblica è totalmente fuorviante e pure un po' arrogante:
Allo scopo di far crescere la consapevolezza della povertà globale e dell'overdose di consumismo del mondo occidentale, ha cercato di dimostrare che è possibile vivere spendendo per alimentarsi un euro e un centesimo al giorno: lui ce l'ha fatta, cibandosi negli ultimi due mesi solo della frutta e della verdura coltivate nel proprio giardino
C'è poco da essere consapevoli: prima di tutto andrebbe compreso che cosa il Signor Cerin compra tutti i mesi e per far questo bisognerebbe pensare che cosa si possa fare da soli in casa. Facciamo due conti con i prezzi di casa nostra?

L'orto in casa
Di siti che spiegano come farsi l'orto è pieno e vi assicuro che è perfettamente fattibile, sia se si dispone di un giardino con dello spazio libero un po' coperto dal vento, sia in terrazzo dentro a grandi vasi a cassetta.
Fare l'orto comporta tanto lavoro, tempo libero a disposizione e soprattutto un capitale iniziale per avviarlo, oltre ad una buona dose di pazienza, visto che i tempi di produzione e resa sono di ordine "naturalistico" e non è possibile accelerarli perché si ha fretta.
Quindi ci sarà un momento in cui non otterrete proprio nulla dal vostro orto e momenti in cui non saprete più cosa caspita farci con tutto quello che quelle maledette piante producono.

Immaginiamo che vogliate dissodare un fazzoletto di terra di 25/30 metri quadri: vi dovrete armare almeno di una zappa, di una vanga e di un piccone e smuovere terra andando anche ad una certa profondità (almeno 30-50 cm), facendo bene attenzione a togliere radici e sassi che possono solo crearvi problemi.
Una volta fatto questo dovrete aggiungere terra fresca, magari quella microfiltrata, ancora meglio se già miscelata con compost o torba: dalle mie parti riesco a trovarla anche al costo di 1 euro a sacchetto (20 lt./5 Kg.). Ma visto lo scavo che avete fatto potete ben immaginare che avrete bisogno di parecchi sacchetti di terra o, forse dovrete comprare i sacchi da 60 lt. da un vivaio. Infine dovrete concimare (anche se avete usato un terriccio misto a compost, sarebbe meglio farlo per dare i giusti elementi nutritivi al terrene).
Solo adesso potrete piantare le vostre verdure: che mettere? Lattughe, insalate, bietole, cicorie, carote, zucchine, melanzane, fagiolini, pomodori, fragole e meloni. Forse pure peperoni e gli immancabili aromi: salvia, menta, basilico e rosmarino ed anche alloro. Con un po' di lavoro anche cavoli e cavolfiori sono accessibili, e l'anguria o la zucca. Più difficili le patate.
Potreste anche impelagarvi nella grande avventura di un alberello da frutto o due: meli e peri sono facili da trovare al vivaio, ma ci sono anche i prugni e gli albicocchi.
Se siete fortunati avrete anche alcune piante spontanee nel vostro terreno: qualche asparago e forse delle cicorie, perazzi da poter innestare o meli selvatici, fichi o fichi d'India, in base alla regione, cespugli di mirto e rovi (quest'ultimi per le more) e sicuramente cardi (che sono commestibili se si conosce il modo per prepararli).
Coi funghi andateci piano: se proprio volete azzardarvi a raccoglierli, fatevi prima un buon corso da micologhi, generalmente organizzati a livello regionale dalle facoltà di agraria delle università nazionali.
Tutto questo richiede spazio, tempo e denaro: le piante hanno tutte un costo che varia da prodotto a prodotto e che generalmente non è particolarmente elevato, ma dovrete tener conto degli insuccessi.

I tempi delle piante
Quello che le poche righe de La Repubblica non dicono è che il nostro Signor Cerin non ha raccolto subito le lattughe esposte in foto: quelle piante hanno impiegato settimane per raggiungere quella dimensione e se la coltivazione ha avuto inizio dai semi hanno anche impiegato anche più tempo. Immaginatevi che se comprate un albero di melo dal vivaio vi verrà consegnato una sorta di zeppo striminzito con in fondo una specie di palla di terra che contiene le radici: forse c'è una foglia o due, ma di certo non c'è un frutto e difficilmente ne vedrete prima di un anno o due!
Quando si parla di frutta e verdura di stagione è perché tutte le piante hanno dei cicli e quindi fanno frutti solo ed esclusivamente in determinati periodi dell'anno: anche i semi vanno piantati solo in determinati periodi e spesso le piante vanno anche innaffiate in orari precisi e facendo attenzione in alcuni casi a non bagnare le foglie o viceversa.

L'acqua
L'orto lo devi innaffiare o, meglio irrigare: significa dover usare molta acqua, che in Italia ha un costo. Se state in campagna potreste valutare l'escavazione di un pozzo artesiano, ma, oltre al costo del lavoro che può variare in base alla profondità, preparatevi alla solita trafila burocratica del calvolo derivante dal solito motivo che noi italiani siamo sempre padroni a metà in casa nostra. L'acqua è una risorsa che lo Stato può decidere di privatizzare, ma siccome voi non siete nessuno di importante, quando decidete di farvi un pozzo per risparmiare sul consumo idrico, scatta la trappola burocratica che prevede che voi quel buco nel terreno lo dovete segnalare al Comune, il quale vuole sapere se la vostra è acqua potabile o meno. Malauguratamente fosse bevibile, alla prima crisi idrica comunale potreste vedervi arrivare sotto casa un'autobotte con i vigili urbani ad imporvi di dargli la vostra acqua.
Perché non è veramente vostra, ovviamente, ma della collettività, se è utile, perché non siete padroni delle risorse del sottosuolo. Se non è potabile (e può capitare), magari perché solfurea o salmastra, voi avrete speso inutilmente i soldi del pozzo, ma il Comune ve la lascierà tutta senza problemi...

Cura e mantenimento
Non è che se date un'innaffiata l'orto rimanga sempre bello in ordine... magari! Fin dal Medio Evo si sa che la rotazione delle colture permette di non impoverire il terreno: le piante usano i sali e le sostanze nutritive che trovano nel terreno, ma lo fanno in maniera diversa le une dalle altre. Se non volete ritrovarvi con un appezzamento sterile dopo appena tre anni di coltivazione dovrete piantare seguendo un preciso schema stagionale, lasciando sempre una parte del vostro orto incolta a riposare.
Per aumentare le sostanze nutritive dovrete aggiungerle con i fertilizzanti: compost, torba, stabbio o fertilizzanti chimici. Quest'ultimi sono i più costosi, gli altri sono più economici.
Il compost è quello che potete facilmente farvi anche in casa con una compostiera, che non è altro che un contenitore o una buca nel terreno dove butterete l'erba del prato falciata, potature, la frutta guasta o le bucce, foglie secche ed una sostanza chimica che comprerete appositamente da versare sopra a questa roba e che aiuterà i batteri presenti nell'ambiente a decomporla e a trasformarla lentamente in una sorta di terra fertile da aggiungere al terriccio microfiltrato su cui pianterete le vostre lattughe.
"Decomporla"? Ebbene sì: Madre Natura segue il motto latino "Mors tua vita mea".
La torba la comprate perché è un terriccio speciale che viene estratto dalle torbiere e segue lo stesso principio base elencato pocanzi.
Lo stabbio... puzza. Ve lo dico subito. Trattasi di feci animali miste a paglia. Cacca.
Generalmente prodotto dalla stalla del vicino: no, non quello con le pecore o le capre, ma quello con le vacche e i cavalli. Lo sterco degli ovini è acido e rovina il terreno; le margherite fumanti sono invece una mano santa per l'orto (prego astenersi da battute tipo "ma che lavoro di m...").

In città
L'orto in città è possibile farlo nei vasi: alcune verdure riescono anche nei vasi a cassetta alti 30/40 cm. Generalmente dalle mie parti li trovo con prezzi variabili dai 13 ai 18 euro, escludendo i sottovasi. Va aggiunta una sacchetta di argilla espansa per aumentare il trattenimento dell'acqua ed almeno tre sacchetti di terra da 5 Kg. Ci potete piantare lattughe, cicorie, bietole e broccoli, e se comprate quelli un po' più alti ci potete piantare anche pomodori e fagiolini ed anche le carote. Invece della zappa e della vanga, qui vi basta una paletta ed un innaffiatoio.
Saranno meno spirituali, ma sono più utili di un bonsai...

Ed il resto?
Il Signor Carin, dopo l'orto spende appena 33/36 euro al mese per integrare la sua dispensa. Salvo che egli non sia un vegano, necessità anche di prodotti derivanti dall'allevamento del bestiema come tutti noi, nonché di derivati delle graminacee, sostanza principe dell'alimentazione umana.

Partiamo dal presupposto che nella bella casa bianca che si vede nello sfondo della foto, il Signor Carin possiede un forno di tutto rispetto e quindi non compra il pane, ma acquista direttamente la farina, ed immaginando che non si nutra solo di pane azzimo, acquista anche il lievito oppure è veramente bravo e si fa anche questo da solo.
Quanto costa la farina? Da noi, in provincia di Roma, troviamo pacchi di farina 00 da 1 Kg. ad 1 euro. Il pane lavorato dal fornaio ha un costo che varia in tutta Italia tra i 2 ed i 4 euro al Kg.
Magari, visto che lo si fa in casa, non c'è bisogno di farlo tutti i giorni e dopo qualche tentativo vi riuscirà anche a voi. Ma quanto avete risparmiato rispetto al forno?
Per farvi una ciabatta vi servono ad occhio e croce 500 gr. di farina e circa un'oretta tra lavorazione, riposo e cottura. Fate voi i conti...
Se siete proprio decisi a far da soli, a questo punto vi conviene non comprare il lievito e fare direttamente anche quello: il lievito naturale si chiama Pasta Madre e qui trovate una guida per crearla. Auguri di cuore.
Va da se che se fate il pane, fate anche la pasta asciutta ed i dolci, sebbene quest'ultimi richiedano ingredienti di origine animale in alcuni casi, come il latte e le uova, ed, ovviamente lo zucchero.

Prodotti animali
Alcune cose possono essere relativamente facili da procurarsi disponendo di un terrenuccio: ad esempio le uova. Le galline hanno un costo iniziale ad animale di alcune decine di euro; a questo va aggiunta la costruzione del pollaio e le spese per il mangime. Diciamo che 10 Kg di spezzato costa tra i 3 ed i 5 euro. Per tenerle calde va comprata un po' di paglia una volta ogni tanto. Se avete le anatre o i germani vi serve d'obbligo anche un contenitore basso per l'acqua e potrete nutrirli anche con bucce di frutta e verdura ed un po' di pasta scotta: preparatevi psicologicamente al fatto che tali animali lasciano macerare in quell'acqua il cibo non secco che gli darete e quindi la vaschetta andrà ripulita con regolarità. Deve essere alta pochi centimetri: potreste usare anche un grande sottovaso. Sono animali che richiedono tempo e cura e pure un po' di spazio per muoversi e ruspare, soprattutto le galline, che magari vanno liberate una volta ogni tanto ed andranno a beccare qua e là qualcosa per conto loro.

Il pesce non è un problema se sapete come e dove pescarlo, ma sappiate che se non avete una licenza e non sapete dove andare vi possono anche multare: a questo si aggiungono i rischi da inquinamento, non indifferenti. Nel film "Il pranzo di Ferragosto" il protagonista propina del pesce pescato nel Tevere a Roma: se piazzava a tutti una bella pasticca di Uranio o Cobalto era meglio...
Se desiderate avvelenarvi potete provare anche con scorfani, ricci, cozze e vongole raccolti sotto costa: un bello avvelenamento da staffilococco non ve lo leva nessuno!!!

Latte fresco e formaggio sono procurabili in campagna solo da chi ha le stalle con vacche ed ovini: difficile che possiate ottenere risultati dalla singola capretta (che comunque ha un costo di acquisto e di mantenimento) come fa il nonno di Heidi... Se proprio volete diventare pazzi fino a questo punto leggetevi questo forum...

La carne? Davvero qui si rientra nel difficile. Primo passo e domandarsi se siete capaci di ammazzare un animale che avete allevato per cibarvene; poi dovete chiedervi se riuscireste ad ucciderlo a mani nude o di accompagnarlo al macello. Infine dovete chiedervi se potete lavorarla voi quella carne e come contate di conservarla e consumarla. Se avete lo stomaco di vedere i quarti di maiale che frollano nel garage o in cantina, complimenti per voi.
La cacciagione risolve solo un problema: quell'animale non lo avete allevato voi e probabilmente non gli avete tirato il collo per ucciderlo, ma gli avete sparato.
Rimane il discorso di doverlo scuoiare, squartare, dissanguare e macellare, perché non è esattamente come raccogliere una mela dall'albero.

Quindi facendo un rapido calcolo, dovete sicuramente procurarvi carne, latte, pesce, ma anche legumi, il burro, l'olio (salvo che non abbiate piantato degli alberi, ma in tal caso dovrete calcolare il costo del frantoio), vino (che segue un discorso analogo a quello dell'olio). E l'acqua? In molti casa l'acqua del rubinetto è potabile a patto di mettere un filtro in casa per drenare calcare e ferro nei tubi. Ma in altri casi va acquistata ed ha un costo di circa 3 euro ogni 6 bottiglie, al supermercato. Ogni umano deve integrare circa 1,5/2 lt. d'acqua al giorno: quindi bevete almeno una bottiglia tutti i giorni. Facendo il calcolo su una famiglia di 4 persone e senza spendere eccessivamente diciamo che spenderete ad occhio e croce al mese:
Acqua: 4 conf. x 3,00 € = 12,00 €
Latte: 3 conf. (1 lt.) x 2,00 € = 6,00 €
Legumi: 4 barattoli (250 gr.) di fagioli x 1,50 € = 6,00 €
Olio: 2 bottiglie (1 lt.) x 4,00 € = 8,00 €
Burro: 1 conf. (500 gr.) x 2,50 € = 2,50 €
Zucchero: 1 conf (1 Kg.) x 2,50 € = 2,50 €
Pesce fresco: 1 Kg x 18,00 € = 18,00 €
Carne rossa: 1 Kg x 15,00 € = 15,00 €
Pollo: 1 Kg x 10,00 € = 10,00 €
TOTALE: 80,00 € al mese per 4 persone.
Togliamo il pesce e dimezziamo la carne rossa? 80,00 € - 22,50 € = 57,50 €.

Risultato? Il Signor Carin non vive in Italia.

Nessun commento:

Articoli correlati