Me pizzica, me mozzica, me devo da sfogà...

venerdì 14 gennaio 2011

Benzina: un gioco al massacro per i prezzi alla pompa


La notizia di questa mattina presa fresca fresca dal sito de La Repubblica è che la benzina è aumentata ancora toccando 1,5 euro al litro: 10 euro permetteranno di acquistare appena 6,5 litri di benzina, cioè meno della riserva di carburante di molte automobili in circolazione.
Se avete acquistato un'auto pensando ai consumi, diciamo che avrete una vettura che "beve" circa 6/6,5 litri di carburante ogni 100 Km su percorso misto (Urbano/Extra Urbano), quindi i conti son presto fatti, in base al numero di Km che macinate al giorno, saprete quanti soldi in più andrete a spendere per muovervi da casa in automobile.

Se usate un'auto immatricolata come autocarro o promiscuo, e dunque un'auto aziendale, sono dolori amari, perché ad occhio e croce vi hanno tolto oltre un litro di benzina per ogni 10 euro spesi di carburante e se fate più di 100 Km al giorno, vi servirà incassare quanto basta per coprire una spesa fissa aumentata almeno del 10-15% mensile. Stesso discorso per il Diesel (tassa ecologica esclusa); per il GPL non so; per l'energia elettrica, ne parleremo quando la vedremo usata per circolare per le strade; per i propri piedi, lavateli, calzateli di buone scarpe e camminate... sicuro ed economico.

La domanda sorge spontanea: "Why?"... Perché?
C'è anche la domanda retorica: "Cui prodest?"... A chi giova tutto ciò?

Chiariamoci, non dobbiamo farci fare fessi: il petrolio cala. Quindi non è "colpa degli arabi" se da noi aumenta il costo del carburante. Ma come caspita viene calcolato allora il costo di questo prodotto?

Ho trovato la risposta su un blog (alla faccia di chi si lamenta che questo genere di servizi toglie lavoro ai giornali nazionali, che evidentemente non sono capaci di fornire informazione di qualità e dati utili, ma solo opinioni e valgono quanto quelle di chiunque altro): su Le cose che non vanno c'è un bel post dal titolo L'assurda composizione del prezzo della benzina. Vi riporto quanto scrivono:
  1. Costo del prodotto e margine di guadagno (31.33% sul prezzo complessivo);
  2. Accise (cioè tutte le imposte di cui il prodotto è gravato siano esse di carattere locale, regionale o statale – la voce pesa per il 52,00%);
  3. Imposta sul valore aggiunto, IVA, uguale al 20% (la voce pesa, ovviamente, per il 20% rispetto alla somma delle prime due e, pertanto, per il 16,67% sul totale pagato).
Quindi su 1,50 euro lo Stato, o meglio il Fisco ed il suo indotto (questa definizione deve essere ben compresa da tutti: intorno alal raccolta delle tasse, delle imposte ed al loro recupero, nonché alla transazione monetaria che ne deriva, ruota un intero indotto anche privato), prelevano dalle tasche dei cittadini italiani 1,03 euro al litro per IVA ed accise. Come potete leggere nel post citato, le accise comprendono il finanziamento di roba come la guerra in Abissinia e l'alluvione di Firenze: soldi che immagino non finiscano a risarcire danni ai fiorentini ne a restaurare opere d'arte che, ove possibile, sono già state recuperate integralmente negli anni '70 ed '80, ne finiscono in Eritrea o al governo etiope per indennizzare gente ormai vecchia, vecchissima o morta da tempo oppure i loro eredi. Allora la domanda di Le cose che non vanno è giusta: dove vanno a finire questi soldi?

La risposta che mi sono dato è che finiscono in uno dei tanti fondi inutili delle casse dello Stato, cui nessuno ha accesso e che comincio a sospettare servano solo come fideiussione per altre cose.
Vedete, esiste una legge che prevede che se destini soldi pubblici per la guerra in Abissinia, poi tu li possa impiegare solo per quella e non per altro.
Non c'è un sistema per il recupero di fondi non impiegati: siamo talmente tanto abituati a questo modo di gestire il denaro pubblico, che quando negli anni '90 l'Unione Europea mise a disposizione fondi per risollevare le aree depresse, quasi nessuno in Italia riuscì ad ottenerli e per entrare nell'Euro fummo spremuti dal Governo Prodi come dei limoni peggiorando la nostra situazione, anziché migliorarla; eppure in tanti erano convinti che quel denaro, siccome era stato stanziato per voci rivolte al nostro paese, sarebbe rimasto a disposizione anche dopo.
Dove credete che l'UE abbia messo quei fondi stanziati per l'Italia e poi non assegnati? In un fondo in attesa che qualcuno li chieda? No: li ha usati per i paesi della seconda tornata di ingressi (Romania, Bulgaria, Polonia, Slovenia, ecc.), per lo stupore generale di chi credeva che davvero "Tutto il mondo è Paese".
Se ci fosse stato modo in passato, od oggi, di accedere a questi accantonamenti assurdi per eventi avvenuti perfino prima della nascita della Repubblica, si scoprirebbe che probabilmente la somma recuperata è in grado di ripianare i bilanci pubblici.
Invece rimangono lì, nell'ombra: è ovvio che a qualcosa debbano servire e quindi mi domando se non vengano impiegati come garanzia nei confronti delle Banche, italiane e straniere, per dimostrare che, volendo, siamo uno Stato solvente e non dei morti di fame ad un passo dalla bancarotta: una sorta di "riserva aurea" in contante invece che in lingotti.

Intorno alle nostre auto, oltre alla sporcizia perché non le laviamo, c'è anche un giro di soldi non indifferente basato sulla finta lotta all'inquinamento: dico finta perché a combatterla sono generalmente i Sindaci, i quali, tra le altre cose, dovrebbero essere i massimi amministratori anche delle società municipalizzate di trasporti, come l'ATAC a Roma: questi Sindaci chiedono ai cittadini di fare molta attenzione all'inquinamento emesso dai loro motori privati e di porvi rimedio mettendo mano al portafogli, ma fanno circolare mezzi pubblici la cui ecologicità è perlomeno dubbia se non addirittura inesistente. Avete presente cosa esce dai tubi di scappamento degli autobus o dei pullman extra-urbani? Mi venissero a raccontare che sono catalitici...

Il Sindaco di Roma Alemanno vuole impedire l'ingresso in città a tutte le auto che non siano almeno Euro 4: la pantomima del filtri anti-particolato continua.
Sempre su La Repubblica si trova la tabella comparativa che ci spiega che caspita di differenza c'è tra una classe e l'altra: una differenza minima tra le ultime tre direttive europee, ma che comportano la richiesta da parte dello Stato di comprare auto nuove con una cadenza assurda. Per cercare di correre dietro ad una nazione dove ai vertici pubblici c'è tutta gente che non ha problemi di soldi, dovremmo pagare rate tutta la vita cambiando la macchina ogni 5 anni. Eppure è chiaro ormai, soprattutto con la nuova direttiva Euro 6 che entrerà in vigore nel 2015, che si è raggiunto il limite tecnico oltre il quale le attuali tecnologie difficilmente potranno far scendere l'emissione di polveri ed inquinanti.
Ed allora che si inventeranno per incassare soldi dalle immatricolazioni?

Un po' come il famiggerato bollino blu (che comincia a cambiare colore, verde, avvolte arancione, ecc.): vi siete mai chiesti a che cavolo serve?
Quando portate l'auto a fare la revisione o il tagliando, vi controllano anche i gas di scarico, ed usano lo stesso macchinario per effettuare il test del bollino blu.
In teoria sono due test differenti: quello della revisione e quello del bollino e tale adesivo vi costa infatti una cifra che si aggira intorno ai 20 euro tutti gli anni proprio con la scusa che è un esame diverso da quello fatto con la revisione. Però, di fatto, il test che viene fatto è solo uno, perché a differenza degli impiegati che gestiscono questa cretinata del bollino, il meccanico che fa il test non ha tempo da perdere e non si prende per i fondelli da solo facendo due volte lo stesso test con lo stesso macchinario per certificare due volte la stessa cosa...

Risultato: lo Stato incassa il bollo auto tutti gli anni; incassa l'IVA sulla revisione; incassa i 20 euro del bollino blu; incassa più di 1 euro per ogni litro di benzina che compriamo; incassa l'IVA sugli acquisti degli autoveicoli, le tasse dal concessionario, le tasse dal produttore di auto, dal distributore di benzina, dal produttore di benzina, dal meccanico... incassa un sacco di soldi.

Allora perché lo Stato ci aumenta il costo della benzina? Oppure sono le aziende della filiera che vorrebbero un margine di guadagno superiore al 31,33% (lordo)?
Lordo? Sì, lordo. I 47 centesimi rimanenti se li dividono le aziende che compongono tutta la filiera, ma a fine anno sopra ci vanno pagate le tasse regolarmente, e raggionando sulle aliquote, il netto effettivo è di circa la metà, 23 centesimi, da dividere tra costo della materia prima, raffinazione, trasporto, distribuzione all'ingrosso ed al dettaglio.
Fatevi voi i conti e vedete al benzinaio che rimane di quel vostro 1,5 euro...

Viviamo per muovere un macchinario il cui scopo unico è quello di spostare denaro: in questa massima è forse nascosta la verità di chi tiene le redini di questo paese, come dimostrano sempre di più le statistiche e le ricerche private in Italia ed all'Estero.
Mentre tutta l'Informazione si focalizza sull'Orco Berlusconi (ma dopo oltre 700 avvisi di garanzia e mai neanche una condanna, la cosa lascia sempre da pensare che o è veramente divino o abbiamo degli inquirenti un po' cialtroni, che sprecano tempo in teorie e teoremi e non a cercare vere prove schiaccianti...), mi chiedo cosa mi creerà più danno: un Presidente del Consiglio condannato per reati sessuali (il Belgio è ancora lì dopo che metà dei suoi vertici, VIP, prelati e professionisti sono stati condannati per aver fatto sesso, ed anche peggio, non con una diciassettene, ma con bambini sotto i dieci anni e con neonati...) oppure un portafogli che langue ed un esattore che non vuole sentire ragioni?

Sarò cattivo ed anche cinico, ma so che anche se Berlusconi se ne va via e viene su un altro, la situazione non migliorerà affatto: molti dei mali dell'Italia vengono dalle assurde idee sessantottine: della scuola che promuove tutti; del diritto ad avere uno stipendio fisso anche se non si hanno requisiti o la capacità di mantenere un incarico; del diritto a mantenere il posto di lavoro anche quando si è assenteisti o talmente incapaci da causare solo danni; della patetica abitudine di assumere nel comparto pubblico i disoccupati anche se si hanno già saturati tutti i posti a disposizione, pur di far quadrare le statistiche; della folle mania di tenere bassa l'inflazione fino al punto da impedire alla massa di avere potere di acquisto, ma negando nel contempo che viviamo in una nazione con una deflazione inrecuperabile.

Allora sì, il professore di La meglio goventù ha ragione: l'unica cosa è toccare il fondo il prima possibile, perché poi viene una bella ricostruzione e forse qualche speranza, anche se la UE un messaggio chiaro lo ha dato: la Grecia. A loro la possibilità di risalire è stata negata: devono restare poveri, poverissimi, purché i Banchieri europei possano rimanere ricchi, ricchissimi.

Il vero nemico, non è Berlusconi, ma Trichet...

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