Me pizzica, me mozzica, me devo da sfogà...

venerdì 15 maggio 2009

Norvegia, Svizzera ed Italia: scoprire in treno il livello di civiltà di una nazione


Tutte le nazioni hanno i loro pregi ed i loro difetti, ma senza dubbio è vero che ci sono posti nel mondo che hanno più pregi che difetti e viceversa. Ovviamente ogni italiano che ha occasione di viaggiare farà il paragone con quello che c'è in casa propria e questo moto spontaneo della mente dovrebbe essere ben visto nel nostro Paese perché, in teoria, fautore di idee nuove e miglioramenti della società. Invece... fuffa!
Un mio amico è stato da poco in Norvegia ed il racconto che me ne ha fatto è di una nazione brulla, con una natura non proprio ospitale e con poca roba da vedere anche in città come Oslo, ma mostruosamente vivibile ed a misura d'uomo, come si suol dire. Più di tanto non me ne sono stupito perché in vita mia ho fatto un solo viaggio all'estero ed è stato in Svizzera (Canton Ticino, che a quanto ho capito è considerato nella Confederazione, il loro meridione): anche lì una nazione disegnata intorno alle persone per farle stare meglio. Il paragone viene da solo: da noi, dove tutto è disegnato intorno al sistema burocratico ed alla politica, spazio per le persone non c'è.

Iniziamo dal racconto del mio amico di un viaggio da Roma ad Oslo in aereo e dalla capitale norvegese ad un fiordo del Nord. Un normalissimo volo con scalo a Francoforte dove subito si presenta il tipico, italico, empasse: o sai il tedesco o sai l'inglese. Il mio amico ed io abbiamo studiato alle scuole medie ed al liceo negli stessi istituti col risultato che dopo 8 anni di inglese scolastico, ci sentiamo dei miracolati a leggerlo e capirlo e personalmente, ho dovuto pagare un costoso corso privato per poter colmare le lacune scolastiche ed avere l'occasione di parlare correttamente con dei madrelingua, non avendo avuto la possibilità di viaggiare fino alla Gran Bretagna per risolvere il problema con un periodo di residenza all'estero. Superato il problema con italica maestria del sapersi adattare (miracolo che non abbia imparato a parlare tedesco solo per non fare brutta figura in quelle due ore di scalo...), il viaggio continua fino alla capitale vichinga.

Sbarcati dal velivolo ci si appropinqua verso la stazione ferroviaria che conduce in centro città: tornello, biglietto (circa 20 euro che fanno strabbuzzare gli occhi) e poi sul treno. 60 Km in 15 minuti scarsi. Già qui si nota la differenza: la Leonardo Express che unisce la stazione Termini di Roma con l'aeroporto di Fiumicino, impiega lo stesso tempo per un costo di circa 8 euro, ma percorre ad occhio e croce meno di 20 km. La prima stranezza notata dal mio amico è una zona “No Disturb” a bordo del treno, cioè un'area dove si ha l'obbligo di spegnere i cellulari e non fare rumore per non disturbare gli altri passeggeri. Prego astenersi dal paragone coi nostri treni pendolari alle 7,15 del mattino!
Superato lo shock iniziale, il mio amico deve raggiungere i suoi conoscenti dentro Oslo: entra nella metropolitana, compra un biglietto e si dirige verso i binari e... non trova i tornelli. Entra circospetto e scopre che ci sono tante linee tutte allo stesso livello come in una normale ferrovia e che sono indicati gli orari in cui i treni entrano in stazione. Superato il trauma nello scoprire che i norvegesi non si aspettano che tu possa salire in metro senza aver pagato il biglietto, ma si aspettano che la metro sia puntuale, il mio amico è costretto a constatare che non si vendono biglietti dell'autobus in giro per i negozi, ma che dovrà comprarlo sul mezzo stesso dall'autista, ed ergo l'autista parla e svolge anche le funzioni di bigliettaio.

Finalmente arriva a destinazione, fa il callo alla giornata “lunga” (pare che alle 5 del mattino sia pieno giorno in questo periodo dell'anno...), con il pepe nel sugo della pizza (in tali casi è sempre meglio mangiare pietanze locali e non taroccamenti di prodotti italiani), al fatto che non esistono i bar (cosa che mi ha fatto capire che sarebbe per me dura vivere lì), ma una serie di catene commerciali che tra le altre cose sostituiscono questi tipici avamposti della civiltà ed in cui il caffè (all'equivalente cifra di circa 6 euro) è il tipico immondo bibbitone di acqua calda che noi bolliamo come caffè all'americana.
Finalmente si parte per il fiordo norvegese, tipico scorcio naturalistico del nord Europa. Ovviamente in treno, l'equivalente di un nostro diretto con viaggio in notturna (si fa per dire, perché lì come già detto hanno luce diurna per 6 mesi all'anno). Qui il mio amico ha esternato tutto il suo rispetto per il vichinghico ospite: al di là delle comode poltrone reclinabili ben distanziate le une dalle altre, le Ferrovie Norvegesi dispongono sopra ad ognuna di esse ad inizio viaggio un pacchetto incelofanato con all'interno un plaid, una mascherina per gli occhi, i tappi per le orecchie ed un cuscino gonfiabile. Sul pacchetto c'è scritto in inglese e norvegese che vista la natura “notturna” del viaggio e la sua lunghezza (8 ore), qualora il gentile passeggero avesse voluto riposare, l'azienda voleva, per scusarsi dei disagi del viaggio, donare quel piccolo pensiero. Il tutto incluso nel prezzo del biglietto di appena 25 euro.
State pensando ancora ai nostri treni pendolari? Suvvia: che sono quei lacrimoni?

Per vedere servizi di qualità non c'è bisogno di andare tanto lontano, basta arrivare nel sud della Svizzera in Canton Ticino. Questo piccolo staterello che fa parte della Confederazione Elvetica è praticamente l'unico altro Paese nel mondo in cui venga parlato l'italiano (escluse alcune enclavi della nostra lingua in altre regioni del pianeta, quasi tutte a noi limitrofe geograficamente). I ticinesi sono abbastanza abituati ad essere considerati il meridione della Svizzera e ad essere identificati come “italiani” per via della loro lingua (anche se, di fatto, parlano un idioma con una fortissima inflessione lombarda che farebbe storcere un po' il naso ai puristi: pare però che anche nei cantoni francesi ed in quelli tedeschi vengano parlati più che altro dei dialetti assurti a “lingue”).

Il Ticino è come ogni italiano vero sogna che un giorno diventi l'Italia: ordinato, pulito, con servizi efficienti, con una popolazione ligia, amena e volenterosa, che rispetta istintivamente le regole, dove non si corre con le automobili, dove i giovani sono attenti a quanto bevono, dove tutti comprano al supermercato prima di andarsi a divertire almeno un alcool-test a 10 franchi (7 euro circa) e lo tengono a portata di mano insieme alla patente ed ai preservativi. Dove la tecnologia costa circa un 20% in meno, dove l'IVA è al 7% (e gli svizzeri se ne sono lamentati a lungo perché prima era al 4,5%...). Dove con 16 franchi (poco più di 10 euro) mangi pizza (senza il pepe nel pomodoro), mezza pinta di birra, acqua e caffè (vero). Dove una tazzina d'espresso costa 2 franchi (1,20 euro). Dove ti multano se il pedone non attraversa la strada sulle strisce quando il semaforo è verde. Dove 10 Km in più sul limite di velocità corrispondono a 3.000 franchi di multa (tanti pure per loro) ed alcuni mesi di lavori socialmente utili, ma solo se è la prima volta che violi il Codice della Strada. Dove i bar chiudono per la pausa pranzo e dove tutti lavorano solo 8 ore (anche i baristi), con stipendi "minimi" da 3-4.000 franchi al mese (il conto fatevelo da soli... io mi asciugo le lacrime...).

Ed i treni svizzeri? Beh, lassù devi essere puntuale tu se non vuoi perdere il treno. Anzi sarebbe meglio arrivare un po' in anticipo, saltasse in testa al macchinista di guadagnare qualche minuto sulla tabella di marcia e presentarsi 10 minuti prima al binario: di solito non aspetta...
Anche lì il biglietto lo si compra sull'autobus ed i turisti risparmiano rispetto ai residenti.
Questo concetto è un po' anomalo per noi italiani, soprattutto per chi come me vive in una città turistica di provincia: da noi l'idea tipica è “coccolati i residenti perché stanno qui anche d'inverno”. In Canton Ticino invece la pensano diversamente: “falli risparmiare sui trasporti che spenderanno gli altri soldi nei negozi, poi saranno i residenti a farceli tornare in tasca in inverno, quando si saranno arricchiti coi turisti”.

Non c'è niente da fare: l'intuizione di Montanelli secondo me è corretta. Il calvinismo ha salvato gli svizzeri dalla pestilenza del generone romano e dei suoi mali.

I treni oltre che puntuali sono ovviamente puliti: profumano anche a mezzogiorno dopo i viaggi dei pendolari. Magari sono stati costruiti 10 o 15 anni fa, con la presa elettrica dedicata e la radio in ogni seggiolino o con la presa ethernet per collegarsi on-line col PC (e stiamo parlando di qualche anno fa, quando da noi i treni interregionali declassavano la prima classe a seconda perché si era rotto il riscaldamento), rimanendo comodi durante un viaggio tra Lugano e Locarno (1 ora scarsa con la coincidenza a Bellinzona).

A questo va aggiunto un piccolo paragone ferroviario con i nostri treni: il Freccia Rossa, nostro “fiore all'occhiello” è capace d'inchiodarsi per 25 minuti sul tratto di binari ad esso dedicati. Le FS incassano miliardi di euro dai pendolari italiani, ma li fanno viaggiare praticamente in carri bestiame, sottovalutando sempre il settore, perché ritenuta più strategica l'alta velocità che fin'ora ha solo registrato passivi di bilancio perché la tratta Milano-Roma-Napoli non è poi così tanto trafficata come la Pisa-Roma dal Lunedì al Venerdì dalle 6,30 alle 9 del mattino e dalle 17 alle 20 della sera.

Con Marista stavamo dicendo giusto l'altro giorno che prima di vedere un'Italia trasformata in un grande Canton Ticino, passeranno almeno cinque generazioni. Per allora, personalmente me ne infischierò delle sorti dell'Italia perché sarò morto e sepolto da decenni, ma soprattutto sarà diventato troppo tardi, perché il resto del mondo sarà comunque più avanti di noi.

Concludo con un paio di link turistici, giusto per farvi un'idea di che approccio esiste all'estero nei confronti di chi spende da loro.
http://www.ticino.ch/
http://www.visitnorway.com/it/

6 commenti:

Lara ha detto...

Sono davvero altri "mondi", non esiste paragone con il nostro paese.
Sarà stata davvero il calvinismo? Non si può escludere, così come non escludo che i governi di quei "mondi" pensino al benessere dei cittadini e a favorire il turismo.

Grazie per questo post.
Ciao!
Lara

Anna ha detto...

Ciao Claudio! Grazie del commento!

Leggo il post... però mi sembri un po' ottimista... cinque generazioni... credete sia davvero possibile in Italia?

Claudio Lippi ha detto...

@Lara
Non so se è il calvinismo davvero: diciamo che la loro storia è più incentrata sul permettere ai singoli cittadini di avere un'opinione personale e nel ritenere "non peccaminoso" incrementare il proprio status sociale. Poi da cosa sia dato questo sarebbe troppo lungo indagarlo...

@Anna
La speranza è sempre l'ultima a morire, ma se aspettiamo ancora un po' arriverà anche la sua ora... :(

leonardinha ha detto...

Mah, concordo in parte con quel che dici, anche se vorrei comunque puntualizzare - tra l'altro - che il Ticino è prevalentemente cattolico, l'italiano si parla anche nei Grigioni, i giovani bevono alcool e fanno cavolate in auto anche qui, eccome!

Pascal ha detto...

Mah, oddio. l'articolo mi è piaciuto molto ha gonfiato molto il mio ego elvetico (perché tutti gli svizzeri sono profondamente patriottici), tuttavia il Ticino non è proprio così roseo a come lo dipingi, e assomiglia molto di più all'Italia che non al resto della Svizzera.

Claudio Lippi ha detto...

@leonardinha; @Pascal
L'articolo si basa sulle impressioni di un turista e su due viaggi che ho fatto per un totale di neanche due settimane. Non può essere veramente emblematico di una nazione o di un popolo: non mi permetteri mai una simile presunzione.

Ciò nonostante, un po' come si dovrebbe sempre fare quando si vita un paese straniero, credo di aver visto delle cose nella vostra nazione che mancano totalmente nella mia e che mi piacerebbe invece ci fossero.

Sicuramente ci sono pro e contro, ma visitare Lugano e Locarno mi ha fatto capire che spesso i cittadini svizzeri focalizzano come comportamenti gravi azioni che in Italia non vengono nemmeno considerate.

La prima volta che visitai il Ticino (fu circa 4 o 5 anni fa) i quotidiani locali gridavano allo scandalo per un rappresentante al parlamento confederale beccato a 170 Km/h in autostrada sotto i fumi dell'alcool. Da noi in Italia a meno che non fossimo stati sotto elezioni (e tutto fa brodo a quel punto) non avrebbero speso nemmeno un quarto di colonna a pagina 30 per una cosa del genere: im primis perché salvo rari casi ancora oggi in tanti vanno anche più veloci in autostrada senza bisogno di essere ubriachi...

Il resto è frutto dell'impatto del colpo d'occhio: dalla nettezza urbana anche di un piccolo centro come Cadro all'efficienza dei mezzi pubblici, dai kit per le feci dei cani lungo le strade agli etilometri usa e getta a 10 franchi al Manor, dalla pulizia dei treni a quella delle strade.

In buona sostanza, non so se avete mai visitato l'Italia, ma se lo avete fatto o state per farlo, ponetici attenzione allo stato di degrado delle nostre città e ripensate al Ticino, che per voi è così simile all'Italia: la qualità della vita ed il rispetto per il cittadino è nettamente superiore dal vostro lato del confine. Da quest'altra parte dobbiamo imparare, ma è inutile mirare troppo in alto, dobbiamo guardare ad esempi accessibili anche al nostro popolo "fantozziano": il Ticino è un buon inizio.

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