Me pizzica, me mozzica, me devo da sfogà...

giovedì 13 gennaio 2011

Qualità della vita in Italia: la penisola è storta e deforme, con la testa grande e le zampe piccole...

Ve la ricodate quella canzone di Venditti, che fa
Quanto sei bella Roma quand'e' sera
quando la luna se specchia
dentro ar fontanone
e le coppiette se ne vanno via,
quanto sei bella Roma quando piove.
Il titolo, ripreso nel ritornello, è "Roma Capoccia", che è un modo per dire "Roma Capitale", "Roma Caput Mundi", ecc. ecc. ... La Capitale d'Italia, la città "cor Cupolone", e tutte quelle belle cose che fanno andare in visibilio i turisti e che appena metti piede fuori dell'Italia e tutti sanno che vieni da lì, iniziano a sciorinare come se a te dovesse far piacere quei luoghi comuni, pizza e mandolino compresi.

Che poi, tu vaglielo a spiegare che non hai mai visto in tretatre anni di vita nessun italiano suonare il mandolino e che i migliori pizzaioli del mondo sono i giapponesi...

Tutta questa storia nasce da un articolo che ho letto ieri notte prima di andare a dormire (verso le 3, ora locale... quando ho smesso di lavorare...) su le pagine di Yahoo! Finanza. Non che siano proprio proprio il massimo, ma ogni tanto qualche cosa di interessante si trova: questa volta ho scoperto il rapporto dell'associazione di economisti Sbilanciamoci! che ha creato un indice, Quars, per tenere sotto controllo la qualità dello sviluppo regionale del nostro paese.

Dal loro rapporto per l'anno 2010 risultano dei dati che non sono proprio innovativi, dove ovviamente c'è un forte sbilanciamento verso settentrione della qualità della vita, ma anche degli investimenti per lo sviluppo lavorativo, con meno disoccupazione, tempi di attesa di inoccupazione più corti, maggiori guadagni procapite, miglior rapporto con l'ambiente e pari opportunità. Ovviamente il Nord-Est la fa da padrone. Nulla che non si sapesse già.

Però a guardare bene quelle cartine ed a leggere tra le righe un dato emerege chiaro: Roma non è "Capoccia". In definitiva gli abitanti del Lazio se la passano male quanto gli abitanti di tutto il resto del Sud, Sardegna compresa, con in più l'aggravante del costo della vita che è nettamente superiore a città come Napoli, Taranto, Sassari o Reggio (intendendo quella in Calabria).

A ben leggere l'unico grafico che, di tutto il Centro-Sud Italia, non fa sembrare il Lazio proprio una regione micragnosa è l'Istruzione, nel senso che nella Capitale e nei capoluoghi limitrofi si concentrano un numero assurdo di grandi e piccole Università che sfornano annualmente un numero inquietante di laureati che poi rimangono o disoccupati o si accontentano di fare le pulizie anche se hanno un titolo di Dottore in Giurisprudenza.

Il numero di laureati è talmente alto che pur di dimostrare l'utilità di tutto il tempo ed i soldi profusi nello studio da questi poveracci, si alzano sensibilmente le richieste nel Terziario per personale che di lauree ne abbia almeno due (ma mai domandargli dove sta Potenza senza avere i Clinex a portata di mano...) e magari anche qualche master (uno è troppo poco per saper spedire un fax). A chi non può permettersi tutto questo o di finanziare le ricerche private di qualche barone universitario, rimane la trafila dei così detti stage (pronuncia inglese, non francese, mi raccomando... l'ignoranza linguistica ed etimologica è d'obbligo nel nostro paese...).

Lo stage è generalmente una scusa per farti lavorare gratis almeno tre mesi... se la Lewinski almeno ha ottenuto la notorietà, vedendo il gusto imperante tra i VIP di casa nostra, vi consiglio di assomigliare ad uno scaricatore di porto tailandese con addosso il tanga: senza questi requisiti estetici, non potete ottenere profferte se non da gente "politicamente scorretta"...

Ma possibile che l'Università è solo un indotto?!? Proprio solo questo, no... ma le eccellenze, che un tempo erano un gran vanto degli universitari italiani son ridotti a poche facoltà, piuttosto che agli atenei: Matematica ed Informatica a Napoli, Economia alla Terza di Roma, Fisica alla Normale di Pisa, Veterinaria a Cassino, Chimica ad Urbino oppure, sebbene non si tratta di università, Pittura all'Accademia di Belle Arti di Bari ed il Conservatorio dell'Accademia di Santa Cecilia di Roma...

Ed il resto è storia, ma non nel senso di "facoltà", ma nel senso di "storia del passato": oggi non c'è più e quel poco che c'è non è ai livelli di quel passato. Forse si salvano a Napoli con Matematica ed Informatica alla Federico II, che è un po' il nostro MIT, da affiancare alla misconosciuta area industriale di Enna in Sicilia, che è un po' la nostra Silicon Valley e non solo. I nostri Nobel invecchiano in Parlamento o in televisione oppure si ringalluzziscono in Svizzera a correr dietro ad anti-particelle, ma qui da noi se vuoi campare facendo il ricercatore scientifico devi prendere la valigia ed andare all'Estero e quelli che ritornano sono più le volte che si pentono che quelle che sono contenti.

Allora a ben vedere c'è da domandarsi cosa riserva il futuro: luci e festoni dicono gli economisti... l'Argentina, dico io, ma non ho mai studiato economia...

Mi consolo con gli stornelli moderni di Venditti, ma ricordo di più le interpretazioni di Gabriella Ferri di quando ero ragazzino e capitava di prendere il tassì... rigorosamente FIAT... rigorosamente 131... rigorosamente giallo! Quelli bianchi sono venuti dopo... per risparmiare...

Pensate che vi lascio senza una foto o un video? Pensate che vi metto Venditti? La Ferri? No. Un film... sugli esami universitari...

Un saluto ed alla prossima.

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