Me pizzica, me mozzica, me devo da sfogà...

lunedì 8 novembre 2010

ADSL: la rete sta crollando a pezzi.


Chiedo perdono a chi mi legge, ma ho avuto un lungo periodo di pensieri, problemi, impicci e difficoltà che mi hanno costretto a non scrivere più su nessuno dei miei blog. A dire il vero di bozze di articoli ne ho collezionate una montagna intera, ma per vari motivi non ho mai trovato il tempo di completarli, correggerli e pubblicarli: restano lì, in attesa di una nuova ennesima lettura, sperando che qualcosa ne venga fuori.

Premesso questo, sebbene in teoria non dovrei trovarmi qui a scrivere queste righe, ma dovrei mettermi a sbattere il muso sul lavoro, ho pensato di distrarmi farcendo una capatina da queste parti e trovandovi roba vecchia di tre mesi, mi son detto "butta giù due righe"...

Di che ciarlare? Auto? Economia? Politica? No, ADSL!

Lo spunto viene da una ricerca fatta in queste ore che mi ha fatto cadere l'occhio su un bell'articolo di Alessandro Longo. Per chi non lo sapesse, Alessandro scrive per l'editore Apogeo e per molti giornali, dal Corriere al Sole 24 Ore, passando per Repubblica, è un esperto informatico ed ogni tanto si trovano suoi articoli anche su riviste specialistiche: per chi fosse interessato segnalo anche il suo sito personale, Alessandro Longo. Telefonia, hi-tech e giornalismo.

Dall'articolo emerge una situazione un po' paradossale: negli ultimi anni ci hanno intasato la testa con chiacchiere sull'aumento della velocità in download delle connessioni ADSL, ma la realtà è che la rete telematica, che ancora oggi si appoggia quasi integralmente su quella telefonica, sta crollando inesorabilmente a causa della vetustà delle infrastrutture. Per farla breve... teniamo i doppini degli anni '70 e le paline del '60: i primi so' fracichi le artre c'hanno i buchi e crolleno...

Ora voi direte quello che si sono detti tutti i dirigenti di aziende telefoniche d'Italia: "maledetti tarli"... "governo ladro, piove sempre sul bagnato"... "piove sempre"...

Soprattutto l'ultima ("piove sempre") è il problema maggiore: sulle paline italiane (fonte primaria di cibo per i tarli del continente europeo) le guarnizioni dei cavi realizzate con modernissimo (all'epoca lo era... Giulio Cesare in una seduta spiritica potrà confermarlo) caucciù si sono vagamente deteriorate ed ora chilometri di doppini di rame (metallo che notoriamente non si ossida come gli altri metalli... ma lo fa molto più celermente...) sono bellamente alle intemperie.
Ora... fossimo ancora sotto il Fascismo, il gerarca locale si presenterebbe dinnanzi ai cavi scoperti ed imporrebbe loro di continuare a funzionare anche sotto il nubifragio ed essi, i cavi, con maschia baldanza, ubidirebbero al grido "Me ne frego!"... Ahinoi siamo sotto la Repubblica ed ergo non disponiamo di taumaturgici gerarchi, ma di comunissimi tecnici, i quali dinanzi ai cavi scoperti, non disponendo di altri mezzi, dicono loro "Me ne frego!", girano sui tacchi e se ne vanno scribacchiando qualcosa sul verbale d'intervento...

Ecco, come emerge dalla cronaca e dall'articolo in questione, dopo almeno sedici anni di manutenzioni menefreghistiche, il risultato è che Mamma Telecom risolve il problema chiudendo 50 centraline e dichiarando che Lei, quando piazza un contratto da 7 Mega almeno 2,1 Mb/s di download riesce sicuramente a garantirli (sottointendento che se state viaggiando a velocità superiori è per puro caso, loro non centrano nulla...) e tanto ci dovrebbe bastare, mentre si cerca una soluzione, la più vantaggiosa possibile per loro...

Altri, come il mio operatore TeleTu, affermano che adotteranno dei metodi per garantire a tutti i clienti di raggiungere almeno i 2,1Mb/s di download: cioè faranno carte false per costringere i clienti ad usare Internet come se avessero una 56Kb e non una connessione ADSL. Quindi se ne escono fuori con la curiosa idea che le linee ADSL servono per navigare nei siti web e leggere la posta elettronica, oltre a fare le telefonate in VoIP.

Praticamente TeleTu cassa gli ultimi 5 anni di innovazioni telematiche ritenendo che l'ADSL come viene usata oggi è usata male (streaming video, gaming on-line, peer-to-peer... tutte cose demoniache perché loro non sono capaci ad offrire un servizio che possa supportare quest'uso della rete...).

A voler essere franchi se dovete leggere la homepage di Google News, cercare un indirizzo su Google Map, leggere la posta elettronica, magari su G-Mail e, magari anche scrivere su un blog su Blogger e sbirciare il video del gatto del vicino su YouTube... risparmiatevi i soldi dell'ADSL domestica e compratevi un moderno smarthphone: vi bastano 5 euro al mese (avete letto bene) per fare tutte queste cose e scaricare in un mese da 3 a 5 Gb di dati (in base all'operatore scelto)... "perché pagare di più"?

I due ISP che se la cavano meglio sono Tiscali e FastWeb: la prima probabilmente ottiene questi risultati solo in Sardegna, dove ha la sede, la seconda offre ottimi servizi solo in ULL, cioè se si è connessi con la fibra ottica direttamente alla loro linea, mentre in wholesale con Telecom Italia offre poco di più (ma da alcune cose lette in giro per la rete, funziona come tutti quanti gli altri).

Ormai le differenze si notano solo tra contratto domestico e business, ma solo ed esclusivamente perché un'azienda paga il doppio di un utente domestico e se il servizio non è perlomeno decente, raramente ripiega sulla conciliazione paritetica, ma lascia il tutto in mano al legale (facesse lui) o cambia fornitore senza battere ciglio, considerandoli tutti uguali e sacrificabili senza remore.

La verità è che non c'è soluzione (trasferirsi negli States? Oppure a Bora-Bora a coltivar vaniglia...). Se il problema è nell'infrastruttura di base, non essendoci un centro unico di controllo, si può solo aspettare e sperare nei vari progetti, quasi tutti di rilevanza locale, che fanno finta di trovare una risposta che già c'è, ma che nessuno vuole dichiarare apertamente: bisogna buttare tutto giù e sostituire i doppini con i coassiali.

Il problema è che nel nostro Paese tutto si è sempre mosso con almeno dieci anni di ritardo, ma su questo problema non ci si può far nulla perché fuori dai nostri confini i nostri concorrenti si sono mossi da soli 5 anni e stanno sperimentando solo ora, mentre da noi si comincia già ad avere problemi adesso, prima che gli altri abbiano trovato una soluzione da comprare a scatola chiusa e da spacciare al Grande Pubblico come pura innovazione italiana.

Internet ha causato uno schock all'Italia come nazione: abituati che tutto si muove lentamente, che ad ogni problema c'è almeno un sotterfugio per evitarlo, che per tutto basta una mazzetta per risolvere un dilemma, l'Italia e gli italiani non riescono ad abituarsi a qualcosa di totalmente privo di vie di mezzo e per giunta, pure intransigente, come le reti telematiche.

Su Internet, dal punto di vista pratico e tecnico, le cose sono nette: o accese (1) o spente (0), non si può essere accese a mezza potenza (zeruno... unozero... mezzoruno... zeromezzuccio... zuzù?). In somma, una gran fregatura. Nulla che si possa far finta che non sia: se non funziona, non funziona e questo l'Italiano Medio non può tollerarlo... non c'è abituato mica: ma come? Una cosa che non si può rappattumare? Esiste davvero?
Abituati da circa due millenni che perfino i peggiori delitti possono essere rappattumati in extremis (basta confessarli in punto di morte al prete che ci sta dando il de profundis), mal tolleriamo un ragionamento binario.

Che fare? Beh, s'è capito che vogliono fare: fare fessi gli investitori proponendo idee che nessuno potrà mettere in pratica; otenere fondi pubblici per ricerche che non verranno portate a termine o il cui risultato sarà "meglio lasciare tutto com'è"; lasciare tutto com'è, appunto, ed aspettare.

Ma aspettare che? Semplice: che le paline marciscano e che i cavi si spezzino a causa dell'ossidazione, oppure che le miniere di rame si esauriscano sulla faccia dell'intero pianeta.
Poi chi vivrà, vedrà...

1 commento:

Claudio Lippi ha detto...

Una notizia di oggi dice che i "players" italiani si sono messi d'accordo per creare una nuova rete in fibbra ottica che cabli la penisola: si tratta di una variante dell'accordo che riuniva Wind, Vodafone, Tiscali e Fastweb e che era stato rigettato da Telecom.

IlSoftware.it: Compiuto il primo passo verso la NGN

Testo integrale del memorandum d'intesa [PDF]

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