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venerdì 5 febbraio 2010

L’inverno prosegue: l’Istituto di biometeorologia del Cnr prevede gelo

Che facesse freddo molti se ne erano resi conto, ma forse non tutti immaginavano che per il tepore primaverile ci fosse da attendere addirittura fino ad aprile. A dare la gelida novella è l’Istituto di biometereologia di Firenze del Consiglio nazionale delle ricerche, Ibimet-Cnr con uno studio che ha analizzato la fase climatica attuale e le previsioni febbraio-marzo 2010. Secondo il sistema di previsioni mensili e stagionali sviluppato dall’Istituto nel corso degli ultimi 3 anni, è prevista una intensa fase invernale che durerà fino a buona parte di marzo. Questo quadro di previsione, basato su indici climatici troposferici e oceanici, prevede anomalie negative della temperatura in quota per i prossimi due mesi.

I metereologi del Cnr affermano che “l’inverno di quest’anno è stato caratterizzato da ‘Minor Warming’ - cioè un’anomalia nella stratosfera - poco prima della metà di dicembre, che ha prodotto alcune fasi di blocco della circolazione nella troposfera zonale fino alla metà del mese di gennaio circa”. Questa anomalia ha causato, oltre alle ondate di intenso gelo su gran parte dell’Europa centro-settentrionale, dell’America e dell’Asia, anche il periodo nevoso sull’Italia prima di Natale.

Attualmente il vortice polare stratosferico risulterebbe estremamente indebolito e spostato verso il nord dell’Europa. I ricercatori dell’Ibimet-Cnr segnalano, infatti, “un Minor Warming durante l’ultima settimana di gennaio e una ‘Geoalert’ - ovvero il riscaldamento stratosferico di oltre trenta gradi centigradi in sette giorni - prevista nella prima settimana di febbraio”. In particolare, spiegano da Firenza, quest’ultima anomalia potrebbe sfociare nel grado di ‘Major Warming’, “una irregolarità nella stratosfera con una inversione della circolazione atmosferica e la conseguente formazione di una struttura anticiclonica in prossimità del polo, dove normalmente risiede un vortice ciclonico”.

La nostra penisola potrebbe essere, quindi, interessata da discese di masse d’aria fredda sia di origine polare marittima che continentale a partire già dalla prossima settimana. Inizialmente queste dovrebbero essere di origine polare marittima e, probabilmente dopo i primi dieci giorni di febbraio, da masse d’aria ancora molto fredda e secca di origine siberiana. “Le anomalie stratosferiche osservate sono tali”, dicono dall’Ibimet, “da poter ipotizzare, sul nostro Paese, anormalità termiche negative con importanti discese di aria fredda non solo nel mese di febbraio, ma anche in quello di marzo”.

Per quanto riguarda le previsioni per i prossimi due mesi, sono attesi i valori di anomalia termica tipici di questo tipo di eventi: circa -1 gradi centigradi sull’intero bimestre. Al momento il grosso della anomalia termica prevista sembra essere centrata sull’Europa orientale. Probabilmente, quindi, le regioni italiane più esposte saranno quelle centro–settentrionali e quelle adriatiche. Dall’Ibimet Giampiero Maracchi parla di una “copertura nuvolosa anomala nell’emisfero Nord del Pianeta” che potrebbe essere una delle spiegazioni per questa temperature. Il ricercatore dice che “lo stesso riscaldamento globale in certe situazioni può determinare anomalie della circolazione atmosferica”. A livello dell’emisfero nord “si è registrata una anomalia della nuvolosità”, conclude Maracchi. “In questo caso le nubi intercettano la radiazione solare e tendono a raffreddare la superficie del suolo, e questa è una interpretazione, seppur parziale, della persistenza del freddo”.

Francesca Lippi

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