Me pizzica, me mozzica, me devo da sfogà...

lunedì 25 gennaio 2010

Corri, corri, che migliori la memoria


Da Periodico Italiano

Chi va in palestra generalmente sorride quando ragazzoni muscolosi recitano la nota locuzione di Giovenale “mens sana in corpore sano”. Eppure uno studio condotto dal dipartimento di Psicologia sperimentale della University of Cambridge in collaborazione con il National Institute on Aging di Baltimora, conferma quanto asserito dal poeta romano - riportato, ovviamente, dai giovani nerboruti di cui sopra. La ricerca, apparsa fra le pagine dell’importante rivista scientifica ‘Proceedings of the National Academy of Sciences’, il giornale della United States National Academy of Sciences, aveva come scopo quello di comprendere in che modo l’attività fisica migliorasse la funzionalità cerebrale.

Dai risultati emerge che gli sport che fanno aumentare il battito cardiaco, quindi quelli aerobici come la corsa, incrementano il numero di nuove cellule cerebrali con il conseguente incremento di memoria nei soggetti studiati.

La ricerca è stata eseguita su due gruppi di cavie in laboratorio durante un periodo di 105 giorni, ma l’equipe di Cambridge pensa che i risultati dello studio possano essere validi anche per gli esseri umani. Durante il periodo di osservazione, un primo gruppo di topi poteva esercitarsi senza limiti su una ruota, correndo in media per più di 20 chilometri al giorno. Il secondo, invece, non faceva attività fisica. Alla fine del periodo di 105 giorni, entrambi i gruppi sono stati sottoposti ad un test per verificarne la memoria. Veniva mostrata loro una scatola da cui usciva cibo se toccata, dopo di che la scatola veniva allontanata e confusa con altre. I topi “corridori” erano in grado di conservare in maniera efficace il ricordo, a differenza di quelli maggiormente passivi. Timothy Bussey della Cambridge University spiega che, ovviamente, “anche i topi inattivi avevano capacità di ricordare, ma quelli sportivi erano molto più abili nel distinguere tra ricordi simili, il che rendeva la loro memoria più fine”. Come dimostrato dallo studio anglosassone, questo particolare aspetto della memoria viene migliorato dall’attività fisica. “L’equivalente nell’uomo potrebbe essere dover ricordare dove si è parcheggiata la propria auto non solo oggi ma in due diversi giorni della settimana precedente. Diventa difficile distinguere i ricordi quando gli eventi sono simili”, aggiunge Bussey. Alla fine dell’esperimento, i topi che correvano sulla ruota avevano, poi, un numero di nuove cellule cerebrali più che doppio rispetto ai topi inattivi. I test sulle cavie hanno dimostrato, quindi, che un’intensa e regolare attività aerobica è in grado di potenziare le capacità cerebrali favorendo la costruzione di nuove cellule nella ‘circonvoluzione dentata’, una regione dell’ippocampo di cui si conoscono da tempo i legami con la memoria e l’apprendimento nonché con il suo indebolimento che ha inizio già verso i 30 anni di età.

Francesca Lippi

Nessun commento:

Articoli correlati